Il commercio equo

Io nel mio lavoro mi sento libera
Chalear, produttrice di BaSE
(Bangladesh Shilpo Elkota)

 

Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale;
esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile,
rispetto per le persone e per l'ambiente e, attraverso il commercio,
la crescita della consapevolezza dei consumatori, l'educazione, l'informazione e l'azione politica.

Il Commercio Equo e Solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: dai produttori ai consumatori.
(Carta italiana dei criteri di commercio equo e solidale, Agices, aprile 2005)

Significa che il Commercio Equo e Solidale vive in un'ottica di cooperazione e tralascia interessi particolari. Ciò comporta l'adozione di strutture democratiche, garanti di una partecipazione collettiva ai processi decisionali, e trasparenti in ogni fase della sua produzione.

Significa che il Commercio Equo e Solidale privilegia l'artigianato come massima espressione di una comunità, della sua cultura, della sua società e della sua religione.

Suo primo obiettivo è creare una filiera equa, basata su un rapporto orizzontale, i cui beneficiari sono i produttori (favoriti nel passaggio verso una situazione di autosufficienza) e i consumatori (che si fanno protagonisti attivi e consapevoli delle loro scelte). In questo modo si promuovono:

  1. il rispetto per la dignità umana - si sostiene l'auto-sviluppo attraverso il rafforzamento delle organizzazioni dei produttori e l'instaurazione di rapporti commerciali continuativi senza fini di lucro;;
  2. la giustizia sociale - i piccoli produttori hanno maggior accesso al mercato, sono maggiormente tutelati e concordano con le organizzazioni di Commercio Equo una giusta retribuzione calcolata in base all'attività svolta e al costo delle materie prime e del lavoro locale;
  3. la sostenibilità ambientale - si prediligono una produzione biologica, l'uso di materie riciclabili, processi distributivi a basso impatto

EQUITÀ. Rientra nel suo nome: ai produttori viene assicurato un compenso in grado di garantire loro un degno tenore di vita e un margine da investire nello sviluppo dell'attività produttiva e formativa.

SVILUPPO SOSTENIBILE. I rapporti commerciali instaurati mirano a favorire uno sviluppo autogestito attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e la promozione di un percorso produttivo adeguato alle condizioni locali e rispettoso dell'ambiente.

RAPPORTO DIRETTO. Si evitano gli intermediari commerciali: si elimina così una delle cause di sfruttamento e si contribuisce a spostare un'ulteriore porzione di reddito dalla parte del produttore.

PREFINANZIAMENTO. I piccoli produttori del Sud del Mondo si scontrano spesso con il problema di reperire le risorse per acquistare materie prime ed attrezzature. Il prefinanziamento, fino a un massimo del 50%, consente loro di lavorare con maggiore tranquillità, non contrarre debiti e non intaccare quanto destinato al sostentamento familiare.

TRASPARENZA. Il consumatore ha la possibilità di conoscere tutte le operazioni commerciali, dai contratti di acquisto alla formazione del prezzo.

I PRODUTTORI. Hanno volti e storie diverse: quanto li accomuna è un progetto di condivisione, di indipendenza e di supporto al mercato locale.

GLI IMPORTATORI. Sono quelle società che trasformano un'idea in un progetto e in un prodotto commercializzabile. In Italia le centrali di importazione più importanti sono CTM Altromercato, Libero Mondo, EquoMercato e RAM. Esistono anche realtà più piccole, focalizzate su singoli progetti.

LE BOTTEGHE DEL MONDO. Sono uno spazio in cui possiamo esercitare il nostro diritto ad essere cittadini attivi grazie alle informazioni sui progetti, fornite dai soci-lavoratori e dai volontari. Sono uno strumento di scambio e presa di coscienza, immerso nel tessuto urbano e nella territorialità. Sono il luogo fisico dell'incontro tra Nord e Sud del Mondo.